Verme delle Mele (Carpocapsa del melo)
Comunemente chiamata Carpocapsa, Cydia pomonella è nota sin dall’antichità per i danni arrecati alle coltivazioni di melo e altre piante da frutto. Il nome deriva dal greco “karpos” (frutto) e “kaptein” (mordere), in riferimento all’abitudine delle larve di scavare gallerie nei frutti.
Descrizione
Adulto: Una piccola farfalla di circa 8-10 mm di lunghezza con ali anteriori grigio-brune decorate da striature ondulate e una macchia scura con riflessi dorati all’estremità.
Larva: Biancastra o rosata, con testa marrone, lunga fino a 2 cm a maturazione.
Uova: Di forma ovale e trasparente, deposte singolarmente sulle foglie o sui frutti.
Ciclo Biologico
La Cydia pomonella è un insetto polivoltino (2-3 generazioni all’anno, a seconda del clima).
Svernamento: Le larve mature si rifugiano sotto la corteccia o nel terreno.
Primavera: Gli adulti emergono e le femmine depongono le uova.
Larve: Penetrano nei frutti, scavano gallerie e si nutrono della polpa e dei semi.
Piante Ospiti
Attacca diverse specie di piante da frutto, tra cui:
Melo
Pero
Cotogno
Noce
Danni
I danni principali sono causati dalle larve:
Penetrazione nei frutti, con formazione di gallerie che portano al marciume.
Caduta precoce dei frutti infestati.
Perdita economica significativa per le coltivazioni di melo e pero.
Prevenzione e Controllo
Metodi Culturali
Rimuovere e distruggere i frutti caduti e infestati.
Pulire la corteccia degli alberi per eliminare i rifugi delle larve svernanti.
Favorire la biodiversità per attrarre predatori naturali.
Controllo Biologico
Trappole a feromoni: Monitoraggio e cattura massale degli adulti.
Inoculo di antagonisti naturali: Come il parassitoide Trichogramma sp. e l’uso del virus della granulosi (CpGV).
Controllo Chimico
Applicazione di insetticidi selettivi durante il volo degli adulti e la schiusa delle uova.
Seguire i bollettini fitosanitari per un trattamento mirato ed evitare la resistenza.
La gestione della Carpocapsa richiede un approccio integrato, combinando tecniche culturali, biologiche e chimiche. Una corretta pianificazione e il monitoraggio costante possono ridurre l’impatto di questo parassita sulle coltivazioni.